Non é stato un plebiscito, ma c' è mancato poco: alludo
al Referendum tenutosi domenica 7 marzo 2001 nella vicina Svizzera a proposito
d' Europa.
Un 76.7% che non lascia spiragli ad alcuna illazione, un solenne NO a
quest'Europa degli Stati che non suona offesa ai nostri governanti solo perché
questi son refrattari a qualsiasi tipo di offesa fin dall'Unità d'Italia
(d'altra parte se non eran refrattari, non avrebbero fatto l' Unità d'
Italia...). Un 76,7% che rappresenta un record per la Svizzera, un solenne
fiasco per l'Europa, incapace di racimolare la minima fiducia, un'altra dura
lezione per noi, specie se ricordiamo d'esser Toscani. Ma chi lo ricorda?
E' l'ennesima lezione che i nostri vicini Svizzeri ci impartiscono in tema
di democrazia, di autonomia, di stato moderno e federale, rispondente cioé a
concrete istanze di popolo e non a retoriche farneticazioni fondate su
immarcescibili quanto improbabili destini della patria, sul canto di un inno o
sullo svolazzar - per legge - di qualche bandiera, e buone solo per il popolo
fesso e pagatasse. Non è molto noto l'inno elvetico, ma della Svizzera sono
molto note le banche, le società, le imprese, le ricchezze.
Alle bandiere, per la verità, anche gli Svizzeri tengono molto; ma davanti a
ogni municipio, ogni giorno, viene issata per prima la bandiera del Comune, poi
quella del Cantone, e infine quella della Confederazione - e questa è un' altra
lezione! Qua per vedere un
gonfalone comunale occorre un lutto cittadino, una commemorazione o una
processione. Allegriaaaa.! -
La Toscana dei Martini poi è bene che non esca con quel
ridicolo gonfalone, enorme straccio da cucina con in mezzo il cavalluccio alato
della Mobil Oil Company....!!
E come non ricordare la memorabile lezione che i Ticinesi ci impartirono due
secoli fa quando, a Bellinzona come a Lugano, presero a fucilate chi li voleva
Cisalpini italioti anziché Svizzeri; eppure i Ticinesi sono ed erano tutti di
qua dalle Alpi, per etnia, lingua, cultura; ma stando con gli Svizzeri avevano
imparato a ragionare, a praticare libertà e autonomia, e non ci pensarono
due volte a scegliere il meglio. TICINESI - LIBERI E SVIZZERI: l' hanno incisa
nel bronzo, in mirabile sintesi, questa loro scelta di libertà, a Lugano in
piazza Rezzonico.
Quante lezioni quotidiane !.. a noi Toscani ? Sì, a noi Toscani, stupidamente
dimentichi di ogni passato. E un uomo senza ieri è un uomo senza domani, come
si dice a Salisburgo. Ma, si sa, il passato... è passato.
Sentite quest'altra, di circa un secolo fa. "Andando da Pontetresa a ...Pontetresa,
dalla parte italiana del paese a quella svizzera, in meno di un minuto,
nulla intorno a voi è cambiato. Voi vedete lo stesso orizzonte, lo stesso lago,
le stesse montagne; voi udite non solo la stessa lingua, ma l'identica
inflessione di dialetto; voi siete in mezzo agli stessi uomini e ai medesimi
costumi. Eppure voi siete passati da un popolo il quale non è maturo per la
libertà e la democrazia, ad uno il quale invece è maturo per una Repubblica a
base, non di democrazia rappresentativa, ma di democrazia diretta (!). In meno
di un minuto voi siete passati dalla verità apodittica, insegnata nelle scuole
elementari, che la monarchia è la miglior forma di governo, all'altra verità
apodittica, ugualmente insegnata nelle scuole primarie, che la miglior forma di
governo, per un popolo libero, è la repubblica federativa e democratica".
[G. Rensi, il Cantone Ticino, A. Dadò Editore, Lugano].
In meno di un minuto voi siete passati da un popolo che subisce beotamente
questa Europa, a un popolo che invece le sbatte la porta in faccia.
Democraticamente, s'intende....
A
presto
Romano
Redini
|