Il 14 luglio u.s. a Montecarlo
(Lucca) si è svolta una Giornata di Studi Internazionali incentrata sulle
figure di Giovanni I e Carlo IV, Conti di Lussemburgo, Re di Boemia e, quest'
ultimo, imperatore del Sacro Romano Impero dal 1346.
La Giornata, preceduta il giorno prima dal gemellaggio del Comune di
Montecarlo con Karlstejn in Boemia, i cui nomi derivano ambedue da Carlo IV, era
di quelle da non perdere, e per gli argomenti, riferiti a un periodo di
importanza fondamentale per la storia di Lucca (dal devastante sacco di
Uguccione della Faggiola, a Castruccio Castracani, alla dominazione pisana, alla
riacquistata libertà con l' aiuto, profumatamente pagato, dello stesso Carlo IV),
e per lo spessore degli interventi, tenuti da un consesso internazionale di
docenti tra i più esperti e specializzati in materia delle Università di Pisa,
del Lussemburgo, di Firenze, di Dublino e di Praga.
In margine a questa Giornata di Studi Internazionali c' è
stata da registrare la solita puntuale trascuratezza sull' avvenimento da parte
degli organi di stampa, ancora una volta venuti meno alla funzione di assicurare
al pubblico un' informazione puntuale e ragionevole. E' a questa presunta
funzione del resto che i cronisti, a tutti i livelli, si appellano per avere il
privilegio di una libertà di stampa e di un diritto di cronaca da contrapporre
spesso al diritto alla discrezione di cui i cittadini tutti dovrebbero godere.
Ci si dirà che la Giornata interessava solo degli addetti ai
lavori e non il grosso pubblico, per cui non era poi così importante
pubblicizzarla o addirittura enfatizzarla.
Mah! questione di scelte, di priorità. Un giornalista può
attraversare la propria vita inseguendo disperatamente un pubblico a sua volta
pilotato da opinionisti eletti' che si compiacciono di dettare mode e
atteggiamenti per interessi più o meno occulti; ovvero può coltivare e
perseguire l'ambizione di fare l' opinionista scegliendo poi di crearsi o un
pubblico sveglio cui far pervenire messaggi di buon spessore e valore culturale
, o al contrario un pubblico ignobile, come temuto da Joseph Pulitzer*, da
soddisfare con argomenti e messaggi spazzatura a scopo di lucro ristretto.
La Giornata di Montecarlo era di quelle da sfruttare per il
primo tipo di opinionista. La materia, di per sé da esperti, era stimolante per
riferimenti all' attualità che evidentemente sono tutti sfuggiti all' acume
giornalistico. Infatti, ci ripetiamo, dietro l'apparenza di dotte
disquisizioni, si agitavano le cure di un secolo per Lucca, e non solo,
estremamente importante; da Castruccio alla Repubblica, attraverso sofferenze e
umiliazioni, tra nemici di dentro e di fuori, tra avventurieri, signori, re,
papi e imperatori, in quel secolo XIV i Lucchesi seppero tener testa a un
destino per decenni avverso, riaffermando il loro diritto alla vita, alla libertà,
all'intrapresa, alla sovranità. Non solo. Con sacrifici inenarrabili, chiedendo
e non chiedendo, ma tutto pagando senza sconti, seppero anche trarre idee,
stimoli ed energie per fondare quella Serenissima Repubblica che li porterà a
vivere una stagione di libertà e d'indipendenza lunga oltre quattrocento anni.
Una stagione che avrebbe potuto allungarsi fino ai giorni
nostri sol che Lucca coi vicini toscani avessero seguito l'esempio svizzero di
una confederazione allora di fresca realizzazione (Schwytz, 1291).
Ci si dirà che il passato non torna, né può tornare, che
la storia non si fa coi se e coi ma. E chi s'illude? Proprio nessuno. Ma,
a parte il fatto che un uomo senza ieri è un uomo senza domani, non si vede
come si possano sprecare paginate e paginate per i Savoia che tornano sul luogo
del delitto, per le puttane nazionali e internazionali, per i cantastorie di
turno e gli oroscopi meteorologici e astrologici, e nemmeno un rigo per
rievocare avvenimenti che han cambiato il mondo nel 1300 e da cui ricavare
materia per figurarci CHI avremmo potuto essere, e in prospettiva, CHI potremmo
essere.
Salutissimi Romano Redini
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* Una stampa cinica e mercenaria, prima o poi, creerà un pubblico ignobile.
Joseph Pulitzer.
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