Inizia con questo breve fondo il "processo" alla nostra
Costituzione da parte di un vostro concittadino "popolano", che
pretende di rappresentare almeno se stesso.
Cercherò di farlo in modo originale o stravagante (se più vi piace) ma
sempre senza animosità o piaggeria.
Il 22 Marzo del 1947 ( mi pare) i Costituenti applaudirono a lungo
l'approvazione del primo articolo che così recita: " L'Italia è una
Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo
che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. "
Si dibatté a lungo se fondarla sui "lavoratori" - ed i morti in
guerra che cosa avrebbero detto e i poeti e gli artisti? -, perfino se
fondarla in nome di Dio.
Passando così dal Re per grazia di Dio all'Eccelso medesimo, mescolando
sacro e profano.
Molti hanno in mente una Istituzione verticistica, ( l'anticamera del
Principe), ma non lo si vuol dare a vedere; forse è meglio rinunciare a sì
alte vette.
Che sia definita democratica e fondata sul lavoro che tutto ricomprende.
Punto e a capo. E' subito una sinfonia!! La sovranità appartiene al
popolo ma.....(subito un tiro di corda che strattona il popolo) nei
limiti....
E' ben sprovveduto (leggi bischero) quel Popolo sovrano che pone limiti a se
stesso. Esso Popolo a nessuno può e deve dare più potere e più
sovranità di quella che riconosce a se medesimo, esso Popolo deve poter
riprendersi in qualsiasi momento il potere concesso ai suoi
rappresentanti da lui prima scelti e poi eletti: in una vera democrazia si
deve procedere dal basso verso l'alto e
non viceversa.
Certamente i principi fondanti della Democrazia ateniese erano
lontani, ma il regime fascista non aveva bruciato tutti i libri e molti
Costituenti certamente avevano studiato di greco e di latino, e non
potevano aver dimenticato che durante la progettazione e la
costruzione del Partenone sull'Acropoli di Atene, Fidia non solo era
circondato dai suoi architetti, ma anche dai cinque rappresentanti del popolo
ateniese (demos) che con grande scrupolo volevano discutere ed approvare ogni
dettaglio.
Il risultato è ancora davanti agli occhi del mondo.
Né i Costituenti potevano ignorare la storia dei liberi Comuni e delle
Repubbliche della Toscana, senza dimenticare Venezia.
Il fatto è che dal XVI° secolo in poi si rompe la Democrazia
sostanziale e non torna certo con la nostra Costituzione del XX° secolo.
I Padri costituenti erano cresciuti sotto il Fascismo e molti, anzi
troppi, avevano fatto "riverenzia" al Principe di turno, con una punta
d'invidia.
I titoli nobiliari vengono aboliti, ma molti nuovi "vassalli e
valvassori" bussano alle porte e i loro eredi sono oggi davanti ai
nostri occhi ed offrono ben triste spettacolo.
Quella parolina, "limiti", accolta nel primo articolo
annuncia uno stato verticistico ed autoritario con tutte le premesse per
peggiorare.
Alcuni anni fa ,sopra un ponte di autostrada, comparve una scritta a
caratteri cubitali, certamente ispirata da qualche padre della Repubblica,
" SERVIRE IL POPOLO" diceva. Poco sotto un bastian contrario toscano
annotò, con dantesca efficacia e semplicità, " IL POPOLO SI SERVE
DA SE' "
I nostri Padri costituenti erano serviti !!!.
A presto, e grazie per l'attenzione
Orbilius
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