Molti
commentatori, cattedratici e no, hanno definito l'avvenimento
"storico", lasciando intendere il fatto come estremamente positivo e
la decisione dei governanti d'Europa saggia e illuminata.
Calma
e gesso, diremmo noi in Toscana. Il tempo è galantuomo e gli antichi ci hanno
insegnato che la verità é figlia del tempo. Per ora il tempo ha bacchettato
duramente l'euro e se il passato ci ha insegnato qualcosa, a mio avviso, il
peggio deve ancora venire.
Prima
di buttare giù questo scritto, avevo pensato di titolarlo “Dal Fiorino
all'Euro”.
Mi
sono subito bloccato ed ho fatto atto di contrizione tanto il confronto fra le
due monete mi era parso irriverente ed offensivo per il fiorino.
Il
primo nacque e fu subito fortissimo; durante i primi 50 anni subì una
rivalutazione tumultuosa e la corsa non si arrestò nei secoli seguenti.
Dante
così rappresenta la forza della moneta a 24 carati di oro fino e la grande
ingordigia suscitata (oggi verrebbe definita appetibilità)
- "[...] il maledetto fiore c'ha disviato le pecore e gli agni però
che fatto ha lupo del pastore [...]"-.
Ad
oggi nessun cultore di scienza politica, economica e finanziaria ha meglio
descritto la forza di una moneta.
Trecento
anni più tardi, il Davanzati a proposito del fiorino parla così : " Noi
nel 1252 battemmo il fiorin dell'oro d'una dramma tutto fine, tanto piaciuto al
mondo che ogn'un poscia , volle fiorini battere e nominare".
Da
questi giudizi lapidari, dell'eccelso poeta e dello scrittore di vasta cultura
emergono prepotenti alcune considerazioni :
-
una moneta è "buona e bella” se gli altri popoli e le altre nazioni
decidono nel tempo di farla propria;
-
dopo 750 anni il fiorino vive ancora, l'Olanda e l'Ungheria contano ancora i
loro fiorini.
Dal
2002 solo l'Ungheria. Se ne pentiranno i Paesi Bassi? Il tempo ce lo dirà.
Certo è che l'inizio non poteva essere peggiore.
Altra
importante considerazione: il fiorino fu adottato dagli altri popoli d'Europa ,
l'euro è stato imposto dall'alto senza ascoltare il popolo sovrano.
Il
primo rappresentava la moneta di un libero Comune dove il governo del popolo
aveva raggiunto il suo apice democratico, mai più visto nel mondo occidentale.
Ma potremmo dire la stessa cosa di Siena, Lucca, Pisa, Pistoia, Arezzo,
Volterra, S.Gimignano, senza dimenticare la repubblica di Venezia.
I
popoli di queste città-stato erano liberi, ricchi e colti; Il mondo occidentale
intero deve a loro il massimo della cultura e dell'arte.
L'Europa
di oggi non è un Paese libero, la sua moneta ne soffrirà e di conseguenza
tutti noi. Quindi oggi all'alba di un importante evento dobbiamo essere tristi
non per la liretta che se ne va ma per l'euro che nasce male e malformato, perchè
occorre ribadirlo : l'Unione Europea non gode di quelle libertà comunali che
durarono secoli e che dettero i frutti che conosciamo. Il popolo era sovrano ed
era sottomesso soltanto a quelle leggi che esso stesso si era dato. Ma su questo
torneremo presto perchè la materia è grande come l'universo mondo e noi
piccole comparse del "popolo sovrano" non possiamo formulare giudizi
più efficaci sui governanti d'Europa e dobbiamo ricorrere ancora una volta al
padre Dante che così li avrebbe definiti : "[...] E' son tiranni che dier
nel sangue e ne l'aver di piglio [...]".
Buon anno (sinceramente), Vezio Gai
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