Il
giorno 5 Dicembre dell'anno scorso è morto in Belgio il Professor Franco
Rasetti, aveva compiuto cento anni nel mese di Agosto essendo nato a Pozzuolo
Umbro (Castiglione del Lago) in provincia di Perugia nel 1901.
A
Pisa aveva studiato fisica e stretto amicizia con Enrico Fermi (si laurea a 21
anni). Poco dopo è nominato assistente all' Università di Firenze, dove fa
ricerche di spettroscopia atomica e collabora con Fermi.
Firenze e Roma gareggiano nel campo della fisica, nelle due università ci sono
le teste migliori.
Nel 1926 entrambi sono chiamati a Roma dove Fermi ricopre la cattedra di Fisica
teorica e Rasetti dopo qualche anno diventa titolare della cattedra di
Spettroscopia; dal 1930 al 1934 si dedica con Fermi ed i suoi assistenti agli
studi di fisica nucleare che spaziano dagli effetti del bombardamento di nuclei
stabili con neutroni ed individuazione degli isotopi prodotti al rallentamento
dei neutroni per collisione con nuclei di idrogeno (i famosi
neutroni lenti che producono, paradossalmente, più radioattività di quelli
veloci), alla reazione di cattura dei neutroni.
Il 25 Ottobre del '34 Fermi, Rasetti, Amaldi, Segré, D'Agostino e Trabacchi
chiedono il brevetto in ordine ad un metodo per accrescere il rendimento dei
procedimenti per la produzione di radioattività artificiale mediante il
bombardamento con neutroni : qualche anno più tardi verrà chiamata
"fissione nucleare", l'anticamera della bomba atomica.
Era così crollato il muro, ritenuto fino ad allora indistruttibile, eretto
dalla natura a difesa del nucleo che il fisico Rutherford aveva definito una
fortezza inespugnabile.
Rasetti, che era anche un eccellente fisico sperimentale, aveva progettato e
realizzato gli strumenti per condurre gli esperimenti.
La Fisica italiana era salita sul tetto del mondo : premio Nobel a Fermi, nomina
di Rasetti ad Accademico dei Lincei, cattedra universitaria a Segrè, nomina di
Amaldi ad assistente ordinario.
Fu
presto chiaro che si era aperta la strada verso l'inferno.
Nel 1939 il gruppo di Roma (i ragazzi di Via Panisperna) si disperde nel mondo :
Fermi rimane negli Stati Uniti, Rasetti approda in Canada all'Università di
Quebec dove costruisce un laboratorio per lo studio dei raggi cosmici ed
esperimenti di fisica nucleare.
Intanto è scoppiata la guerra, Rasetti è invitato da Fermi a lavorare al
progetto Manhattan per la fabbricazione della bomba atomica, ma egli non
accetta.
Così Rasetti racconta : "dopo un'approfondita riflessione,declinai
l'invito.... la Fisica non poteva vendere l'anima al diavolo... ero convinto che
nulla di buono avrebbe potuto scaturire da nuovi e più mostruosi mezzi di
distruzione e gli eventi successivi hanno confermato in pieno i miei sospetti.
Dopo il "gran rifiuto" egli abbondonò gli studi di fisica e si dedicò
agli studi di Geologia e Paleontologia, campi in cui diventò un'autorità
internazionale. Più tardi si dedicò a studi di botanica, sempre con risultati
eccellenti.
Della sua morte non si è parlato ,salvo un brevissimo comunicato durante il
radiogiornale delle ore 19 del 6 Dicembre e qualche rara nota di stampa .
Nessun commento da parte dei reggitori dello stato e degli esponenti della
cultura.
Questa Italia onora chi corre dietro a un pallone, offre servizi senza fine ad
un tifoso milanese deceduto, ad una giornalista morta in zona di guerra, dirette
tv per i "soliti noti" che ripetono le solite sciocchezze.
Questo, il panorama di una "Italia scombinata ".
La città di Pistoia deve offrire un riconoscimento, ancorchè piccolo, a Franco
Rasetti, un grand'uomo di pace ancor prima che un eminente scienziato. A tal
fine il capogruppo di Toscana Popolo Sovrano, in Consiglio
comunale, chiederà al Consiglio medesimo di titolare una via della città a
Franco Rasetti, un uomo che possiamo associare alla figura dell'Ulisse dantesco
che esorta i compagni di avventura con queste parole : "...fatti non
foste a viver come bruti ma per seguire virtute e conoscenza."
Grazie
per l'attenzione.
A presto, Vezio Gai
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